Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675977
Garibaldi, Giuseppe 50 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

del 24 ottobre, piovosa, fosca, malinconica, foriera di nuove sventure Italiane, rischiarava la infantile e nobile fisionomia di Enrico, il nuovo

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Di faccia allo studio di Manlio ve n’era un altro, quello dove lavorava Attilio. Dalle sue finestre questi aveva potuto vedere la Clelia; appunto

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Il periodo di grandezza e di gloria durante il quale la capitale del mondo maggiormente rifulse si chiuse colla Repubblica, e la maestà del sistema

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Questo superbo squarcio di poesia patria del grandissimo scrittore dell’Italia antica io ho voluto addurre per sorreggermi nella troppo, per me

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italiane di fuori non avessero gridato «alla moderazione, all’ordine!» era questo il momento di farla finita con quella canaglia, morbo e disonore

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Quindi interrogati se si sien pentiti ed ascoltato che no, conchiude: O credi o muori. Li mettono ad ardere a fuoco lento per dare loro tempo di

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Era la mattina del quindici Febbraio, e la campagna di Roma era illuminata dai primi raggi del sole. Quel solenne deserto ove un sorgevano città

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Privilegio dello schiavo è la congiura e pochi sono gli italiani di tutte le epoche del servaggio del loro paese i quali non abbiano congiurato. E

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bello, franco, eretto che nulla trova di arduo nel mondo e grida sempre Avanti! nelle imprese più arrischiate. Tale è l’inglese e tale è anche lo

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voluto partecipare ai disagi, ai pericoli ed alle battaglie di lei. Egli la prima volta, già col piede sul legno che dovea trasportarlo a Venezia, fu

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E Gianni, strisciando sino a terra il suo muso di volpe, colla laconica risposta di «sì Eminenza» moveva senz’altro all’infame missione. Ma su Clelia

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«Terminato il racconto del povero Tito, io avea voglia di udire qualche cosa della storia di Maria ma rifocillati di buoni cibi e scaldati dall

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ricompense di molto oro e quant’altro potevano desiderare. Povero popolo di Roma! E chi dobbiam contar noi sotto quella denominazione quando si sia

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La storia del Papato è storia di briganti. Dai condottieri del medio evo che quel governo debole e demoralizzatore assoldava per mantenere l’Italia

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magnifica scena per voi! Qui, avevate veramente il tipo del brigand italien . Il vegliardo, in molti mesi di vita principesca, avea alquanto ripulita la

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di Stamboul, men depresso, ma è altrettanto vizioso e degenerato. E Venezia!, come Roma, come altre sorelle italiche è degenerata! La mia comparsa in

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continuava tenacemente l’inseguimento e giurava impadronirsi di quei malviventi, cattura che sperava gli avesse a fruttare non piccola onorificenza

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, avvilita, corrotta da quella caterva di iene in sottana, si trova oggi ancella ringiovanita, riportata all’altare del sacerdozio di Satana a rinnovare

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il nemico di tutte le libertà, il protettore di tutti i tiranni, dopo diciassett’anni di perverso dominio colla stessa ipocrisia con cui la tenne

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impinguati delle spoglie dei vinti dieronsi alle gare interne e ad ogni sorta di lussuria da cui furon trascinati poi all’ultimo stadio di degradazione a

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soli o veneti! Tali ho pur veduto i discendenti di Leonida e di Cincinnato. La schiavitù imprime sulla fronte dell’uomo un marchio tale d’infamia e di

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un infausto episodio di difficoltà, di contrarietà e di sciagure. Un nembo da Bora, scoppiato nell’Adriatico in quella stessa notte, aveva

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Lascio pensare a voi quale scompiglio vi fosse in Roma il giorno quindici febbraio che seguì la notte tragica di Palazzo Corsini. Un andirivieni, un

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Il popolo avea trovato capi atti a guidarlo e vi fece il suo dovere. Alcune delle vecchie carabine da noi conosciute nella campagna di Roma facevano

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. Quante mortificazioni un povero diavolo deve soffrire se ha la disgrazia di essere deforme! Che smorfie! che sogghigni da ogni parte! Non beato dal

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splendido suo casato, il principe ne troncava colla sua morte la prosapia; e questa idea, sono certo, non mancava di martellare il cervello della nostra bella

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ricchissimi facevano scavare con grandi spese per sottrarsi alle depredazioni di quei grandissimi ladri che si chiamavano Imperatori, ed in tempi

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e nel ricupero della principessa. Gasparo assentì non volendo perdere sì bella occasione di prendere il largo e vendicarsi di chi lo aveva sì

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, armati ed agguerriti alla scuola di Roma, cominciarono a disprezzare i dissoluti ed effeminati padroni, poi, ad ammazzarli, per impadronirsi delle loro

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Ricorderanno i lettori che siamo nella seconda quindicina di febbraio e questo mese, lo dico ora, è il peggiore di tutti per coloro che corrono il

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per la bellezza delle sue forme, amava la Clelia di quell’amore per cui i rischi della vita sono giuochi, il pericolo della morte, una ventura. Nella

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la gloriosa impronta di grandezza che lo distingueva ai tempi di Venier e di Dandolo. Come i suoi fratelli si è intisichito d’anima e di corpo e come

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ma la impiegano e pochi ve ne sono che non possiedano qualche barca grande o piccola per darsi all’esercizio di un’arte che fa la gloria e la

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fanciulla sì bella! sì affascinante! fosse contaminata! fosse una di quelle!... Oh! profano al celeste amore non pronunziare sacrilegi! Come potrebbe il

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Era oscura la notte e nuvoloni neri neri si addensavano sulla città santa spinti da violento scirocco: il mendico di Roma avvolto nel suo mantello

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e di Torquemada!

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Eran vari giorni che Clelia, Silvia e John abitavano il Castello di Lucullo ospiti d’Orazio e d’Irene e non si accorgevano di starvi male. Fra i

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Tornando ancora al 1849 ed alla scena fatale in cui il nostro povero Muzio all’età di due anni fu derubato del suo patrimonio a beneficio della

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il suo ritratto, avrebbe prodotto assai maggior lucro all’artista, che quello di qualunque sovrano d’Europa. Era veramente una gran bella figura di

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Poi Attilio è in cerca di lui e certo, egli non poserà finché non sappia che cosa ne sia avvenuto». Le due donne così ragionando cercavano di

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; delle murate, da poppa a prora, non esisteva più un sol pezzo e di quanti oggetti si trovavano sulla coperta, nulla vi era rimasto. Poco prima di giorno

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di romani, durante la notte, quel soldato, cui i preti avevano dato ad intendere che i difensori di Roma eran tanti assassini, giunto che fu alla

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ed in questi giorni di convulsioni politiche e di paure pretine la corda e la tenaglia erano all’ordine del giorno negli orridi sotterranei di Roma

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Bergamo, una delle più squisite individualità che la rivoluzione abbia dato all’Italia, bello, giovine, ricchissimo e d’una delle prime famiglie di

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Era la vigilia di Pasqua, tutto si trovava in ordine nel castello ed i proscritti che non eran di guardia stavano con Orazio, Attilio e le donne

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dopo l’altra, colla speranza di poter raggiungere la badessa ch’io non dubitai più essere fuggita da quella parte. Sollecitai il passo ma a poca distanza

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amava ogni giorno di più vedendolo crescere vispo, robusto e bello come un Adone. Egli non tornava mai a casa senza portare al suo caro qualche cosa che

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La liberazione di Manlio e l’assalto di palazzo Corsini avevano spaventato il governo Pontificio. Mentre preparava solenni esequie al cardinale

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«E così fece questa - ripigliava Marzio. - Io non burlavo, lo puoi ben credere. Volevo la mia Nanna e cento vite di vecchie non mi avrebbero

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questi ultimi si trovava un maggiore, col naso enfiato, come un cocomero e coperto di striscie di cerotto. Era il famoso pugno con cui il nostro Silvio

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